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Le Scuderie del Quirinale

La storia

Il primo progetto per le nuove Scuderie si deve ad Alessandro Specchi, che per volere di papa Innocenzo XIII, ricevette l’incarico di realizzare un edificio che sostituisse quello semplice e dimesso costruito da Carlo Fontana all’inizio del XVIII secolo. La morte del Papa interruppe i lavori per sei anni fino a quando, nel 1730, Clemente XII decise di completare l’opera affidandola a Ferdinando Fuga.

Fuga volle mantenere la struttura architettonica del suo predecessore ma trasformò il prospetto esterno, alzando il piano mezzanino, ridisegnando la facciata e arricchendo i portali centrali. L’ingresso del palazzo, costituito da due scalinate semiellittiche, rese dal Fuga ancora più scenografiche con un’elegante balaustra, fu demolito nel 1865 durante i lavori della salita di Monte Cavallo.

L’edificio delle Scuderie al Quirinale ha mantenuto la sua funzione originaria di rimessa per carrozze e poste di cavalli fino al 1938, anno in cui venne adattato ad autorimessa.

Il restauro

Le non perfette condizioni dell’edificio delle Scuderie Papali e la necessità di rendere lo spazio idoneo alla sua nuova funzione, hanno reso indispensabile un significativo lavoro di restauro. L’intervento, progettato dall’architetto Gae Aulenti e diretto dalla Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali di Roma, ha consentito di recuperare un’opera architettonica di straordinaria posizione urbana e di valorizzare spazi che per prestigio e dimensioni costituiscono un luogo espositivo di ineguagliabile valore.
L’iniziativa che ha portato al restauro integrale dell’edificio risale al 20 febbraio 1997, data in cui la Presidenza della Repubblica concede in uso al Comune di Roma le Scuderie. Il 10 luglio dello stesso anno il Comune affida all’Agenzia per il Giubileo l’utilizzo e la gestione dell’edificio settecentesco. Dopo due anni e mezzo di lavori, il 21 dicembre 1999, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, si inaugura la nuova sede espositiva con una mostra sui capolavori dell’Ermitage.

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